Lo scorso 24 Agosto l’Italia è stata colpita da un grave evento sismico (magnitudo 6.0) che ha provocato la morte di quasi 300 persone e danneggiato diversi paesi – tra i più menzionati dai telegiornali Arquata, Amatrice ed Accumoli. La drammatica situazione, che ha coinvolto migliaia di famiglie del centro Italia, ha scioccato l’opinione pubblica ma è triste osservare come negli ultimi decenni il copione sia stato sempre lo stesso: fino a quando non ci si ritrova d’innanzi al fatto compiuto, alle macerie, la pericolosità dei terremoti viene sostanzialmente dimenticata. La copertura mediatica che per settimane – mesi seguirà le zone colpite, a discapito dei soliti proclami, andrà lentamente scemando, almeno fino al prossimo sisma.
Secondo alcuni studi, considerati gli eventi sismici verificatisi in Italia negli ultimi 400 anni, la probabilità che si verifichi un terremoto di Mw (magnitudo del momento sismico) pari o superiore a 6.5 (simile a quello dell’Irpinia nel 1980) è del 68%. Un valore estremamente alto che ci pone davanti ad un’altra verità: il Paese è riconosciuto ufficialmente dai sismologi come zona a rischio sismico lungo tutto il territorio – ad eccezione di alcune zone come la Sardegna.
Risulta allora evidente che tanto nella costruzione di edifici privati che “aziendali”, nei quali rientrano anche i data center, sia obbligatorio tenere conto di quanto appena detto – Hosting Solutions ha adottato le più recenti precauzioni antisisma dotando ad esempio il proprio data center di appositi piedini in grado di assorbire le onde generate dal terremoto e proteggere i server e la strumentazione interna.
Data center e terremoti
In presenza di data center localizzati in prossimità di zone sismiche va quindi considerata non come un’eventualità, ma una certezza la possibilità che il luogo sia interessato da un terremoto – per assurdo potrebbe succedere anche domani. I data center sono suscettibili come qualsiasi altro edificio alle onde generate dal sisma che, senza preavviso, possono danneggiare e rendere non operativo per diversi giorni l’infrastruttura e/o le apparecchiature al suo interno.
La questione interessa sia gli edifici di costruzione moderna che quelli più datati. Per quanto riguarda i primi è possibile che, anche nel caso in cui rispettino le attuali regolamentazioni, non siano comunque adottate tutte le misure antisismiche – le opportune precauzioni possono tuttavia essere implementate abbastanza facilmente, senza esborsi eccessivi. I secondi sono prevedibilmente i più vulnerabili, in particolare modo quelli che presentano una struttura in calcestruzzo. Con il passare degli anni ed in assenza di lavori di rinforzo alla struttura, infrastrutture che al momento della costruzione rispettavano le normative vigenti possono poi rivelarsi inaspettatamente obsolete. Mettere in sicurezza un vecchio edificio può essere inoltre molto costoso: se si è tuttavia consci della vulnerabilità di una struttura ai terremoti, si può quantomeno considerare un piano di lungo termine per trasferire le operazioni in un edificio migliore.
Sviste progettuali, imprevisti, probabilità
Lo studio di un data center antisismico non è un compito semplice e strutture apparentemente idonee possono presentare delle “sviste progettuali”. Vi sono casi in cui la salvaguardia delle attrezzature interne non risponde ad esempio a dovere. Diversi data center si affidano a sistemi di condizionamento (HVAC) che attingono l’acqua direttamente dalla rete idrica pubblica, vulnerabile anch’essa alle onde sismiche. La rottura delle tubature può quindi rendere inutilizzabile per diverse settimane un data center.
La rete elettrica (come accaduto alla compagnia di volo DELTA) rappresenta un altro potenziale punto debole: un terremoto può causare un blackout temporaneo su una vasta area, lasciando “al buio” anche tutte le zone vicine all’epicentro.
Disporre di una struttura di backup garantisce sicuramente una maggiore continuità in caso di eventi eccezionali, a patto che il sito non sia localizzato nei pressi dell’edificio primario. Più i punti A e B sono vicini, maggiore è il rischio che il sisma colpisca entrambi vanificando la struttura di supporto. D’altra parte un sito distante tende ad innalzare i costi legati alla logistica – si tratta tuttavia di un prezzo che probabilmente conviene pagare.
E’ chiaro che le scelte dovranno essere attentamente ponderate, possibilmente sulla base di accurati studi. Gli esperti possono stimare la probabilità con la quale possono verificarsi determinati eventi – situazioni come il danneggiamento subito a seguito di una scossa di intensità X o un blackout totale.
Lo stesso calcolo può essere ripetuto dopo aver preso alcune precauzioni quali l’ancoraggio a terra delle attrezzature, l’aggiunta di generatori di emergenza o di approvvigionamento di acqua interno: mediante le analisi sarà possibile prendere decisioni migliori riguardo ai costi ed i benefici assicurati dai rimedi scelti.