Quando si attiva un piano hosting o si registra un nome a dominio la maggior parte dei provider propone anche l’acquisto di un sottodominio. Ma di cosa si tratta esattamente e soprattutto quando è importante attivarlo?
Per dare una risposta a queste domande partiamo dalla definizione ufficiale fornita dall’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) secondo la quale: un sottodominio è un dominio che risiede all’interno di un altro dominio.
Per comprendere meglio il concetto bisogna pensare che ogni nome a dominio è composto da un dominio di primo livello, ossia l’estensione (ad esempio .it, .com, .org e così via), un dominio di secondo livello, ossia il nome vero e proprio del sito e un dominio di terzo livello. Quest’ultimo dominio è considerato un sottodominio del dominio di secondo livello, che a sua volta è un sottodominio del dominio di primo livello. In linea generale con il termine sottodominio si indica un dominio di terzo livello.
Un esempio di sottodominio può essere rappresentato da blog.miosito.it, dove la stringa blog rappresenta un dominio di terzo livello, nonché il sottodominio di miosito.it, e si riferisce ad una particolare sezione del sito dedicata esclusivamente al blog.
Quando attivare un sottodominio?
Come specificato nell’esempio poco sopra, in linea generale l’utilità di un sottodominio è quella di riferirsi ad una specifica sezione del sito. Ad esempio nel caso di un sito aziendale potrebbe essere utile avere un sottodominio dedicato ad uno specifico prodotto di punta, oppure dedicato al blog aziendale o ancora dedicato al supporto clienti e così via.
Per i portali di grandi dimensioni la suddivisione in sottodomini è molto utile, in quanto, consente di gestire al meglio le informazioni e facilita l’indirizzamento degli utenti verso i contenuti di interesse. Si pensi ad esempio ad una multinazionale operante in più settori. Sarebbe impossibile credere di poter gestire tutte le informazioni afferenti ai vari settori all’interno di un unico sito e quindi di un unico dominio. La cosa più ovvia è quella di attivare tanti sottodomini quanti sono i settori aziendali e gestire i vari siti in maniera separata pur sotto il nome di un unico brand.
Vantaggi e svantaggi di un sottodominio
Il vantaggio principale di un sottodomini consiste, in base a quanto detto finora, proprio nella migliore gestione dei contenuti. Grazie ai sottodomini è infatti possibile creare differenti categorie tematiche, utili agli utenti nella ricerca delle informazioni. Questa possibilità porta con se un altro vantaggio intrinseco: la suddivisione dei contenuti in categorie con domini specifici non fa altro che migliorare l’indicizzazione del sito.
Purtroppo la maggior parte dei motori di ricerca considera i sottodomini come dei veri e propri domini separati da quello principale. Ciò significa che di fatto è come se si avessero più siti per ogni sottodominio. Dal punto di vista SEO, questa suddivisione comporta un doppio lavoro, in quanto, è necessario procedere con le operazioni di ottimizzazione non soltanto sul sito principale, ma anche sui vari sottodomini, gestendoli proprio come fossero siti separati.
Per comprendere se è il caso o meno di attivare un sottodominio, bisogna verificare se si ha il tempo e le risorse per poter curare un doppio sito. Qualora ciò non fosse possibile, ci si può sempre orientare verso l’utilizzo delle sottocartelle del tipo www.miosito.it/blog, che comunque offrono gli stessi risultati in termini di posizionamento.