Il 29 ottobre scorso è stato celebrato il 50esimo anno di vita di Internet. Più esattamente, questa data coincide col primo collegamento di due computer della rete ARPANET, di proprietà del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. I due computer erano ubicati rispettivamente in un laboratorio della University of California ed all’istituto di ricerca di Stanford.
ARPANET è divenuto poi DARPA, un’agenzia che lavora per la difesa statunitense implementando sistemi militari avanzati, ma negli anni sessanta diede il via ad una delle innovazioni più importanti del secolo, che ancora oggi non smette di aggiornarsi e divenire sempre più complessa.
Vediamo dunque cosa ci aspetta nei prossimi anni dal punto di vista delle innovazioni su internet e non solo.
Aumento del livello della protezione dei dati
Indubbiamente la protezione dei propri dati è da sempre uno dei temi più caldi quando si parla di internet. Tim Berners-Lee, l’uomo al quale si deve l’invenzione del World Wide Web, ha recentemente creato Inrupt, una startup dedicata allo sviluppo di Solid, una piattaforma opensource per cambiare il modo in cui si archiviano, si condividono e si gestiscono i propri dati.
Spiegando l’idea di base di Solid, Berners-Lee ha spiegato che:
“dà ad ogni utente la libertà di scegliere dove i dati sono archiviati, quali persone e gruppi possono accedere a elementi selezionati e quali app utilizzare per vederli. Permette alla tua famiglia ed ai tuoi colleghi di collegarsi e condividere dati con chi vogliono. Dà modo di vedere gli stessi dati con app differenti”.
Come abbiamo già visto in un articolo del nostro blog, il sistema di Solid funziona ottenendo uno o più POD (Personal Online Datastore) sui quali trasferire i propri dati personali. Quel che serve, si spiega sul sito, è installare sulla propria macchina un Solid Server o ottenere un POD da un provider autorizzato. Il POD funzionerà quindi come una sorta di chiavetta USB che rende disponibili i dati decisi dall’utente senza però dare la possibilità di duplicarli.
Migliorare la sicurezza
Con tutte le problematiche succedutesi negli ultimi anni, come le botnet, i ransomware ed i dispositivi IoT violati perché privi di adeguata protezione, le minacce stanno aumentando e diventando sempre più sofisticate.
Secondo Irving Wladawsky Berger, ricercatore di punta del MIT, per fronteggiare l’escalation delle minacce nei prossimi cinque-dieci anni gli strumenti ci sarebbero già, ciò che serve è utilizzarli correttamente. L’esempio che viene fatto è quello della Blockchain, che crittografando i dati riuscirebbe a rendere i dati inseriti sicuri ed a prova di intrusione. Anche la distribuzione dei nodi, permettendo a molti utenti di visualizzare in tempo reale ciò che succede agli altri, rende il controllo molto più efficace.
L’utilità dell’Intelligenza Artificiale
Sempre in tema di sicurezza, è verosimile pensare che anche l’AI potrà rappresentare un grande aiuto per contrastare gli attacchi informatici ed identificare gli hacker.
Brian Pierce, ex direttore di DARPA, a tal proposito spiega che con l’enorme quantità di dati incamerata dall’Intelligenza Artificiale si potrebbero creare software agents che supportino il mantenimento della sicurezza.
Un esempio posto da Pierce è quello di difendersi dall’ingegneria sociale facendo creare a tali software agent degli avatar che si interfaccino con chi attacca per rallentarne ed evitarne l’azione proteggendo le aziende. L’Intelligenza Artificiale si legherebbe bene anche alla questione delle verifiche di identità, controllando l’attendibilità dei mittenti delle mail ricevute.
Resta ovviamente il nodo principale: ci potremo fidare mai al 100% di questi software? Questo non potrà mai essere sicuro, ma ciò che è certo è che la questione potrebbe essere utile ed interessante in chiave futura per tutto il mondo del web.
Internet of Things e nuove sfide
Si prevede che nel 2021 gli oggetti di uso quotidiano connessi alla rete saranno circa 25 miliardi, con la conseguente produzione massiccia di dati. La IDC (International Data Corporation) ha previsto un aumento esponenziale della spesa per dispositivi IoT in tutto il mondo, che potrebbe arrivare al trilione di dollari nel 2022.
Anche il traffico derivato dai dispositivi IoT sta aumentando vertiginosamente negli ultimi anni. Cisco ha stimato che, nel 2022, il traffico dati proveniente dai vari device collegati alla rete in modo continuo ed autonomo (M2M) occuperà oltre il 51% del traffico generale di internet.
Come abbiamo visto in questi pochi punti, la particolarità di Internet è quella di essere un cantiere perennemente aperto. Questa sua natura apre verosimilmente a scenari potenzialmente infiniti e molto interessanti che, come sempre, seguiremo con estrema attenzione.