Ti guido alla conoscenza degli elementi che creano disagio psicologico e decrescita dei tassi di conversione dei siti, inficiando il tuo business online
Sei hai un sito Web o un portale di e-commerce, sai benissimo che uno dei parametri di vitale importanza per il tuo business è il traffico che le pagine pubblicate online sono in grado di generare e, di conseguenza, i tassi di conversione che il tuo sito riesce a produrre. Non ti servono solo dei visitatori, ma al tuo business sono utili visitatori che diventano clienti o che, in qualche misura, compiano un’azione che possa generare profitto.
Questo è l’aspetto che rende l’acquisizione del traffico profittevole ed è quindi importante che la conversione avvenga per darti l’opportunità di guadagnare denaro da reinvestire nella conquista del traffico, ossia nelle pratiche di online advertising, content marketing, SEO e tanto altro.
Si crea così un circolo virtuoso: tu investi per acquisire traffico, il traffico porta visitatori al tuo sito, questi vengono convertiti in utenti/clienti e generano un profitto da investire nuovamente in acquisizione traffico.
Peccato solo che questo processo sia così semplice da spiegare, quanto complicato da mettere in atto. A volte, l’aspetto più difficile da superare non è tanto l’investimento in sé e per sé, quanto l’ottimizzazione della conversione.
Affinché la conversione avvenga, infatti, devono realizzarsi tutta una serie di fattori che vengono ignorati anche da molti specialisti marketing.
Ad esempio, uno degli elementi che provoca una riduzione della conversione è quello che gli inglesi chiamano friction e che in italiano dovrebbe essere letteralmente tradotto con un non meglio specifico “attrito” o “disaccordo”.
In realtà, nessuno dei corrispondenti termini italiani rende giustizia a questo vocabolo inglese che nel caso specifico del marketing vuole indicare quella resistenza psicologica a compiere un’azione tipica del naturale processo di compravendita. È difficile comprendere la reale natura di questa resistenza in quanto la psicologia umana è estremamente complessa e qui sarebbe fuori luogo andare a indagare le cause che portano a questo atteggiamento mentale del potenziale acquirente.
Gli elementi che contribuiscono a ridurre la conversione
Qui è più interessante scoprire che esistono alcuni elementi chiave che producono maggiore attrito psicologico e riducono i tassi di conversione come la complessità, la carenza di informazioni, il tempo perso, l’aspetto grafico e alcuni elementi visuali di un sito Web.
In pratica, per diminuire la resistenza psicologica in questione e aumentare le conversioni bisogna:
- applicare il principio KISS, Keep It Simple, Stupid e mantenere i processi di conversione il più semplice possibile, così come devono essere semplici la struttura del sito e le informazioni fornite;
- fornire il giusto grado di informazioni, nella dose necessaria e organizzate in modo logico;
- permettere l’acquisizione delle informazioni necessarie in poco tempo, con pagine che si caricano rapidamente, non troppo lunghe da scorrere e consultare, ecc.;
- proporre il giusto stile grafico e la corretta visualizzazione per elementi come il prezzo di un bene che vendi online (deve essere sempre indicato chiaramente!), come il pulsante call-to-action, la font e il colore del testo e dello sfondo.
Un altro elemento che produce effetti negativi sulla conversione è l’ansia, intesa come stato psicologico di stress e nervosismo per un evento imminente di cui non si è certi dell’esito e che impedisce di fatto la conversione perché blocca ogni iniziativa dell’utente.
Questo stato di ansia si acuisce quando il visitatore si trova di fronte a un contenuto e a informazioni non chiare e ambigue, quando sono presenti molte pubblicità sulle pagine Web del sito o quando la grafica e i contenuti del sito non producono quell’effetto di fiducia necessario per dare avvio alla conversione.
Infine, la resistenza psicologica può essere accentuata dalla presenza di immagini non necessarie, video poco consoni o collegamenti che sviano l’esperienza utente, con relativa perdita di conversione.