Con l’affermarzione dei social network e l’evoluzione della Rete stessa (avrete sentito parlare di Web 2.0), le tecniche mirate alla conversione e fidelizzazione dei visitatori sono radicalmente cambiate nel corso degli anni.
Nella puntata precedente, riprendendo l’intervento pubblicato dall’esperto marketing e SEO Neil Patel, abbiamo iniziato proprio a parlare di alcune “buone norme” da seguire, ovvero il cercare di condividere sempre un’opinione personale con gli “interlocutori virtuali” ed il puntare sul valore aggiunto dei contenuti, tralasciando l’aspetto sales (pubblicità/vendita di un servizio). E’ giunto il momento di proseguire la nostra panoramica, buona lettura.
Adottare un approccio più diretto
In passato, come ricorda Neil, bastava appoggiarsi alla notorietà del proprio brand per suscitare quel misto di rispetto/interesse da parte degli utenti. Ora le dinamiche sono invece cambiate e gli utenti desiderano avere quante più informazioni possibili su coloro che curano periodicamente i contenuti pubblicati o rendono disponibili una serie di servizi online. In sintesi l’obiettivo da perseguire è il seguente: dimostrare ai visitatori che dall’altra parte dello schermo vi sono “persone reali”. Le modalità attraverso le quali possiamo interagire con gli utenti per raggiungere tale traguardo sono le seguenti:
- rispondendo ai commenti (degli articoli/post). Indipendentemente dal numero di commenti al quale rispondere, bisogna cercare di instaurare una conversazione reale con l’utente (“Ringraziamo per il supporto che dimostra nei confronti del nostro brand…” sono forme da utilizzare il meno possibile), postando possibilmente a vostro nome (le persone preferiscono parlare con voi e non con un “brand” ricorda Neil) e non riducendo il tutto ad un semplice e/o sintetico commento;
- rispondendo nei canali social. Le linee guida da tenere a mente sono le stesse del punto precedente. Può sembrare forse strano ma diverse aziende, afferma Neil, tendono a non considerare i commenti pubblicati nelle loro pagine social ufficiali;
- intervenendo in discussioni esterne al vostro/ai vostri sito/canali social. Neil utilizza ad esempio il servizio offerto da Google (Google Alert) per essere informato periodicamente su eventuali riferimenti al proprio blog/brand.
Contenuti: aspetti positivi e valore aggiunto
Tra un contenuto e l’altro si finisce inevitabilmente per criticare qualcuno/qualcosa o mettere in evidenza degli elementi negativi. Come ricorda lo stesso Neil, è bene non nascondere nei propri interventi gli aspetti negativi ma con una precisazione: se esagerate, calcando eccessivamente l’attenzione su questi ultimi, i visitatori potrebbero non apprezzare più i vostri contenuti – del resto anche nella vita reale una persona che critica di frequente tutto e tutti non rappresenta il modello di interlocutore ideale. Focalizzatevi quindi sugli aspetti positivi cercando allo stesso tempo di pubblicare contenuti che abbiano lo scopo di educare/aiutare i vostri referenti (il valore aggiunto citato nella prima puntata) – l’obiettivo principale delle attività di content marketing secondo Neil.
Ed anche la seconda parte è giunta al termine: alla prossima puntata!