Oggi ci concediamo un articolo più tecnico del solito, anche se è Venerdì e probabilmente i nostri lettori sono più stanchi. Tenete duro, è un argomento interessante! CloudFlare è una delle startup più innovative del panorama mondiale relativamente alle tecnologie di caching, ovvero quelle funzionalità che consentono di ridurre il consumo di banda per un sito web, evitando di fornire contenuti ex-novo ogni volta che questi vengono richiesti. In poche parole: immaginate di avere una galleria fotografica online, il caching permette di evitare che quelle foto vengano ogni volta “rigenerate” dal server, ma semplicemente vengano fornite come file statici.
CloudFlare è un sistema di caching e CDN (Content Delivery Network), ovvero permette di risparmiare banda ma anche di distribuire i propri contenuti in tanti data center nel mondo, senza dover modificare nulla nel proprio sito web. Questo viene reso possibile dal fatto che CloudFlare gestisce un numero elevato di data center nel mondo e permette di servire gli utenti dalla location più vicina alla richiesta: questo è il concetto di CDN, se un utente si trova in Germania, allora CloudFlare servirà l’immagine dal nostro sito web da un data center sul suolo tedesco, e farà lo stesso se si parla di Stati Uniti o di qualsiasi altra location nel mondo.
Google e i più grandi siti web al mondo utilizzano già CDN per tutti i loro servizi. L’installazione di CloudFlare è molto semplice, è sufficiente registrarsi sul sito web della compagnia e seguire le istruzioni per impostare i nuovi record NS sul proprio dominio: nulla avviene a livello di file e sistema del vostro sito, tutti i dati che passano attraverso il sistema DNS vengono invece intercettati e gestiti dalla rete di CloudFlare che in questo modo vi applica alcune importanti operazioni. Facciamo un esempio: il servizio più utile è sicuramente il caching, ovvero la possibilità di non usare continuamente la banda del proprio server ma servire i file direttamente dai server di CloudFlare, abbattendo i costi della banda presso il proprio provider. A seconda del piano scelto, da quello gratuito a quelli professionali, variano anche una serie di altre opzioni e funzionalità che possono risultare interessanti nel caso di siti web con elevato traffico: fra queste c’è la possibilità ad esempio di comprimere il peso delle pagine servite, facendo si che CloudFlare esegua automaticamente l’ottimizzazione di CSS e JS, e ancora la possibilità di “snellire” il numero di informazioni (e quindi aumentare la velocità con cui vengono trasmesse) tramite plugin proprietari della compagnia come Railgun.
Un esempio qui sotto di come funziona questa tecnologia:
CloudFlare non sostituisce in alcun modo un buon servizio di webhosting, tuttavia può aiutare in quei casi il cui il traffico è notevole e si vogliono ridurre le spese di gestione del proprio spazio web, sia esso shared hosting, server dedicato o un’altra soluzione di cloud computing. Se doveste riscontrare difficoltà nell’utilizzo di CloudFlare potete commentare direttamente questo articolo per avere maggiori informazioni!