Come rendere più affidabili le percentuali di bounce rate – 2

Mediante la modifica di alcune linee di codice è possibile rendere più precisi i valori della frequenza di rimbalzo (bounce rate)

 

Nella puntata precedente abbiamo iniziato a parlare della frequenza di rimbalzo e di come la consultazione dei valori registrati da Analytics non offra, in realtà, chiare indicazioni sui comportamenti dell’utenza (interesse, apprezzamento dei contenuti di un sito).

Per migliorare la precisione dei dati raccolti abbiamo allora accennato alla possibilità di introdurre una variabile personalizzata dall’utente in Analytics, in modo da catalogare correttamente le sessioni “bounce” e quelle di utenti realmente interessati ai contenuti. Vediamo prima di tutto un paio di screen che mostrano un semplice confronto tra i valori pre e post modifica della soglia di bounce rate:

 

Bounce rate (frequenza di rimbalzo)

Bounce rate (frequenza di rimbalzo)

 

Come risulta evidente dagli screen forniti dal noto portale Moz, l’utilizzo del metodo alternativo ha portato ad evidenziare valori diametralmente opposti a quelli originari: dal 90.82% all’ 11.51% di frequenza di rimbalzo e dall’82.59% al 19.54%. I post era quindi apprezzati dai visitatori.

Per implementare il metodo di rilevamento alternativo non occorre essere degli esperti, basta semplicemente aggiungere una linea al codice Google Analytics presente sul vostro sito.

<script type=”text/javascript”>

var _gaq = _gaq || [];

_gaq.push([‘_setAccount’, ‘UA-XXXXXXX-1’]);

_gaq.push([‘_trackPageview’]);

setTimeout(“_gaq.push([‘_trackEvent’, ’15_seconds’, ‘read’])”,15000);  // –additional line

(function() {

var ga = document.createElement(‘script’); ga.type = ‘text/javascript’; ga.async = true;

ga.src = (‘https:’ == document.location.protocol ? ‘https://ssl’ : ‘http://www’) + ‘.google-analytics.com/ga.js’;

var s = document.getElementsByTagName(‘script’)[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);

})();

</script>

In chiusura alcune precisazioni su quanto appena detto:

  • “UA-XXXXXXX-1” va sostituito dal vostro track ID (viene fornito dal servizio Google quando vi registrate)
  • la linea di codice da aggiungere è stata evidenziata in grassetto;
  • nella linea da aggiungere, le parti “15 seconds” e “15000” indicano rispettivamente il nome dell’evento e l’intervallo di tempo da attendere prima che la sessione non sia considerata “bounce”. L’intervallo di tempo va indicato in millisecondi (60 secondi = 60000 millisecondi ; 40 secondi = 40000 millisecondi etc.)