Ti ho già spiegato cosa sia la ricerca semantica e ti ho lasciato illustrandoti i due trend verso cui la ricerca semantica sta conducendo il settore SEO e delle ricerche online. La ricerca semantica nasce perché gli utenti possano avere uno strumento di ricerca con cui interfacciarsi più semplicemente e, allo stesso tempo, capace di fornire risultati più precisi. La necessità di precisione nasce soprattutto dal moltiplicarsi delle risorse sul Web, fra le quali è importantissimo riuscire a districarsi per trovare le sole informazioni di cui si ha davvero necessità.
Il più famoso motore di ricerca al mondo, Google, ha operato un’evoluzione in senso semantico nel 2013, con l’avvento dell’algortimo Hummingbird, che rappresenta una vera e propria riscrittura dell’algoritmo di ricerca in senso semantico e non un semplice aggiornamento come Panda e Penguin. Google ha dovuto operare questa rivoluzione per permettere all’algoritmo di ricerca di comprendere frasi in linguaggio naturale con cui gli utenti potessero esprimere le proprie query. Così, anche dal punto di vista SEO, la ricerca si è spostata dalle semplici parole chiave all’interpretazione del contesto per comprendere e indovinare il vero intento di ricerca dell’utente.
Per capire come la ricerca semantica opera, ti propongo un esempio che te lo spiega in maniera più visuale.
Vai su Google e immagina di dover cercare delle informazioni sui panda. Prova quindi a scrivere panda senza specificare nient’altro, come avresti fatto qualche tempo fa, prima della rivoluzione semantica. I risultati che ottiene (e che puoi vedere anche nell’immagine) ti mostrano diversi contesti in cui la parola panda può aver significato. Così ti trovi dei risultati provenienti da una nota casa automobilistica, risultati inerenti l’animale e altri riguardanti un prodotto informatico (nello specifico un antivirus). Sulla destra compare anche un suggerimento fornito da Google Knowledge Graph, posizionato strategicamente per indurti a specificare meglio l’intento reale della tua ricerca.
Sempre più specifici, sempre più ricerca semantica!
Tralascio i commenti sul perché il risultato della nota casa automobilistica vengono forniti per primi (quando logica vorrebbe che quelli relativi all’animale dovrebbero essere i primi, visto che poi è proprio da esso che deriva il nome commerciale dei prodotti). Al di là di questa considerazione, puoi vedere come Google, senza ulteriori parole che specifichino il contesto della ricerca, non sia capace di individuare il vero intento dell’utente e per questo offre risultati eterogenei. E non è un caso che a fine pagina, lo stesso motore suggerisca di affinare la ricerca con una serie di Ricerche correlate.
Anche i suggerimenti automatici sono curiosi: mettendo uno spazio dopo la parola panda, Google ti aiuta a specificare la tua ricerca (a renderla quindi semantica) proponendoti diverse alternative che, in realtà, sono tutte di tipo commerciale e poco hanno a che spartire con il tuo intento di cercare informazioni sull’animale.
Se specifichi panda alimentazione, utilizzando ancora una ricerca per keyword, ma che inizia a spostarsi verso un significato semantico, ottieni una serie di risultati più contestualizzati, che rispecchiano il tuo intento di ricerca, a meno degli ultimi due risultati relativi sempre a un modello di automobile e a un commento sulla psicologia di due noti cartoni animati per bambini.
In questo caso, aggiungendo un altro spazio dopo la parola alimentazione, i suggerimenti diventano più in linea con i tuoi obiettivi di ricerca, pur rimanendo ancora commerciali.
Se ora provi a cercare cosa mangiano i panda, tutti risultati riportati si mostrano completamente in linea con il tuo intento di ricerca, perché tutte le parole usate nella ricerca hanno acquisito un peso e un significato specifico nel contesto, permettendo al motore di ricerca di mettere in funzione i meccanismi della ricerca semantica.
Per trovare e visualizzare i risultati più rilevanti, Google si aiuta con la ricerca semantica per entità e stabilisce quindi il contesto basandosi su una serie di fattori, come dati di ricerca storica, il luogo da cui proviene la ricerca, dati di ricerca storica globale, relazioni fra dati di ricerca già memorizzati, spelling e varizioni della query, domini indicati da link di altre risorse Web di valore sul medesimo argomento, la concorrenza dei termini nei contenuti testuali del Web, la distanza fra essi e tanti altri elementi.
Insomma, la ricerca semantica rappresenta un argomento importante e ampio ed è per questo che nel prossimo post ti svelerò come puoi trarre vantaggi SEO dalla ricerche semantiche.