Che gli attacchi cyber in tutto il mondo siano in aumento è ormai cosa nota, come si è potuto vedere su questo blog in vari approfondimenti pubblicati nei mesi scorsi. Oggi vediamo anche i dati diffusi da Clusit per il 2023 che, come vedremo, denota anche una situazione abbastanza diversa per l’Italia rispetto agli altri paesi.
L’associazione italiana, incentrata sulla cybersecurity del nostro paese, spiega come siano stati rilevati nel corso dell’anno scorso quasi 2780 incidenti gravi, denotando un aumento del 12% circa rispetto all’anno precedente. La media mensile 2023 è arrivata a quota 232 attacchi con un picco in aprile, quando ne sono stati rilevati 270 raggiungendo un picco mai visto. In netta salita anche il dato riguardante l’impatto degli attacchi, visto che la cosiddetta severity è stata, nell’81% dei casi, molto alta.
La crescita del 13% fa quasi il pari con quella avuta l’anno precedente che arrivò al 12%, con i criminali della rete che sono i principali protagonisti delle offensive, dato che nell’83% dei casi le offensive vengono scagliate per fini economici. Col 2023, spiega Clusit, è cominciato a risalire anche il cosiddetto Hacktivism, ovvero le attività degli hacker che si muovono per fini politici, mentre sembrerebbe in calo lo spionaggio. Tra i settori più colpiti e che destano più preoccupazione per il 2023 troviamo, oltre a quello della sanità, quello manifatturiero, con attacchi che aumentano del 25% di anno in anno. Un dato però che non sorprende per via della centralità di questo tipo di imprese sul territorio italiano, che contribuiscono ad una buona fetta dell’indotto annuo.
Continuando a snocciolare qualche dato, Clusit spiega che nel 2023 è in aumento anche la percentuale di attacchi andati a segno, che passa a quota 11% (+2,4%). Un’altra questione degna di preoccupazione è quella legata alle percentuali degli ultimi cinque anni, poiché se si considera il periodo che va dal 2019 ad oggi si nota come quasi la metà degli attacchi sia avvenuta solo nell’ultimo anno. Come accennato, i cybercriminali che agiscono per motivi economici sono arrivati al 64% dei casi rilevati ma, anche a causa del collettivo NoName del quale abbiamo parlato più volte e che agisce per la difesa degli interessi russi, l’hacktivism in Italia è cresciuto di oltre il 700%, con il nostro paese tra i primi ad essere bersagliati.
Le elezioni attese per il 2024, in primis le europee e le presidenziali statunitensi che coinvolgeranno quasi due interi continenti, saranno un momento particolarmente critico per il mondo della cybersecurity, visto anche il livello di avanzamento delle tecnologie in grado di far uscire fake news facendole passare per verità e, dal lato opposto, lo scarso livello di consapevolezza dei cittadini in materia di sicurezza e di capacità di comprendere la differenza tra le informazioni vere e quelle costruite ad-hoc per fini sovversivi. Ovviamente in questo quadro inseriamo anche ovviamente le aziende, che devono ancora proseguire la lunga strada verso una protezione adeguata.
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