Cloud: una minaccia per i server dedicati?

Undici anni fa Amazon Web Services inventò un nuovo mercato, quello dei servizi cloud. Come tutti sanno il loro successo non fu immediato ma nell’arco di cinque anni la crescente domanda portò alla nascita di quelle che ancora oggi restano tre le più grandi piattaforme del settore, Azure e Google Cloud Platform.

L’adozione dell’innovativa tecnologia ha consentito alle imprese di rivoluzionare il proprio modello di business usufruendo degli innegabili vantaggi da essa garantiti, tra i tanti anche una più ampia gamma di soluzioni: non solo i “vecchi piani” hosting condiviso (ideale per piccoli siti/progetti) e server dedicato (portali con elevati picchi di traffico) ma anche piattaforme cloud pubbliche, private, PaaS, VPS, bare metal hosting.

Ed è proprio sui “veterani” della rete, i server dedicati (SD), che si focalizza l’approfondimento di oggi. Tenendo conto delle numerose opzioni disponibili e delle peculiarità dei cloud server, in grado di svolgere perfettamente le mansioni dei dedicati, viene infatti da chiedersi se i SD non siano una specie destinata a scomparire.

Server dedicati e cloud a confronto

Flessibilità, gestione semplificata, prezzi di listino convenienti (condizione che varia in base al caso di utilizzo), celerità nel lancio e nello spegnimento dell’istanza (poche decine di secondi), modello pay per use (si pagano solo le risorse effettivamente consumate), automazione sono i principali pregi dei cloud server. Eppure, osserva Data Center Knowledge, il mercato dell’hosting dedicato gode ancora di ottima salute. Perché? Semplicemente perchè i SD restano ancora imbattuti per prestazioni, privacy e libertà di controllo concessa all’utente.

Diverse compagnie lo hanno capito a proprie spese, aggiunge l’esperta editorialista di DCW: solitamente il cloud è la soluzione ideale per le startup mentre le aziende medio/grandi – che devono magari operare su larga scala e/o hanno una prevedibile e consistente domanda di risorse/storage – preferiscono affidarsi ai server dedicati perchè in grado di offrire un rapporto prezzo/prestazioni più adatto alle loro esigenze di business.

Indipendentemente dai progressi dei cloud server, l’hardware dedicato resterà sempre un passo avanti (le latenze, seppur basse, rappresentano un “handicap” per determinati workload) rivelandosi perfetto per applicazioni impegnative come workload d’analisi (number crunching) e database.

Privacy e sicurezza

Non bisogna dimenticare infine il tema della sicurezza e della privacy dove i server dedicati restano ancora una volta imbattuti rispetto ai cloud server:

“Le infrastrutture sono più facili da mettere in sicurezza se gestite da una singola organizzazione. Con la diffusione del cloud open source e della virtualizzazione, le organizzazioni non devono più scegliere tra la privacy dell’hosting dedicato e la flessibilità del cloud: con un ambiente cloud privato eseguito in un bare metal server potranno usufruire infatti del meglio di entrambi i mondi” osserva l’esperta.

Che si tratti di un server dedicato offerto da un hosting o colocation provider, queste soluzioni difficilmente scompariranno dal mercato perchè “ci saranno sempre organizzazioni che priviligeranno la privacy o necessiteranno di performance senza alcun compromesso” conclude l’editorialista.

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