Data Center Knowledge è tornato recentemente sul tema degli impulsi elettromagnetici (causati da eventi naturali o provocati volontariamente dall’uomo) e la loro pericolosità per le apparecchiature tecnologiche moderne. I data center, infrastrutture sulle quali poggia il cloud e la Rete stessa, figurano prevedibilmente nella lista di soggetti vulnerabili agli EMP (Electromagnetic pulse). La domanda che si è posto l’editorialista di DCK è allora la seguente: gli EMP possono mettere fuori gioco il cloud? Vediamo di capirlo nel post di oggi.
In America la comunità che studia e segue da vicino il problema non è vasta, osserva il giornalista, ma è costituita da una non trascurabile schiera di scienziati, figure governative e del settore privato preoccupate dall’eventualità che una tempesta geomagnetica simile a quella del 1921 possa provocare seri danni. Nello specifico, l’evento eccezionale di inizio ‘900 viene descritto come 6 volte più intenso di quello verificatosi nel 1989 in Quebec – dove 6 milioni di persone restarono senza energia elettrica.
Se si pensa a quanto la società moderna sia dipendente dall’energia elettrica rispetto ad un secolo fa, è chiaro come eventi di tale portata possono causare seri danni. Secondo uno studio della NASA, la tempesta del 1921 sarebbe in grado di rendere inutilizzabili gli impianti energetici dell’intera area nord ovest, di quasi tutta la costa est e di buona parte del Midwest distruggendo scorte alimentari (articoli facilmente deperibili), farmaci, interrompendo i rifornimenti di carburante e la distribuzione dell’acqua e così via. “Il concetto di interdipendenza è evidente nell’indisponibilità dell’acqua a seguito di blackout di lunga durata – e dall’impossibilità di riavviare un generatore elettrico senza la disponibilità di acqua” osserva lo studio. Una sorte simile toccherebbe anche ai servizi cloud: alcune tra le principali infrastrutture alla base delle piattaforme più celebri (AWS, Google Cloud Platform ed Azure) sono infatti localizzate nelle aree interessate dal “collasso energetico”.
I data center supportano a loro volta servizi di emergenza, ospedali, strutture per la sicurezza nazionale, istituzioni finanziarie… tutti vulnerabili indirettamente agli EMP. Le tempeste solari non sono tuttavia l’unico fenomeno in grado di sprigionare EMP: la possibilità di utilizzare particolari apparecchiature in grado di emettere impulsi elettromagnetici, sebbene ad oggi non sia stato documentato ufficialmente alcun attacco effettuato via EMP, è concreta e tecnologicamente realizzabile.
EMP: protezione e normative
Proteggere un data center dagli EMP è costoso (tra il 50 ed il 60 % di aumento del budget complessivo) e richiede la messa in atto di specifiche scelte costruttive che non possono essere implementate a posteriori: l’intero edificio, inclusi i generatori di emergenza ed i sistemi HVAC, deve essere rivestito in metallo; in aggiunta, gli impianti e le linee energetiche in ingresso devono essere munite di speciali filtri in grado di sopportare i rapidi picchi di energia causati dagli impulsi. E’ evidente che le aziende che operano nel settore vanno a servire una mercato estremamente di nicchia ma nel quale vi sono clienti che non possono assolutamente permettersi alcun downtime.
Dal punto di vista delle normative, sembra che il governo federale non abbia ancora preso sul serio la questione. Il giornalista si avvale della testimonianza di Rich Banta, cofondatore di una compagnia specializzata in servizi per data center sensibile alla questione EMP: “Banta collabora regolarmente con gruppi di persone che sollecitano il governo federale ad [intraprendere maggiori sforzi per salvaguardare] la rete elettrica statunitense dagli EMP”. Un progetto di legge introdotto nel 2015 aveva temporaneamente riacceso le speranze degli interessati ma si rivelo ben presto molto vago, suggerendo essenzialmente l’avvio di studi più approfonditi sugli impulsi elettromagnetici. E negli ultimi dodici mesi non state prese inoltre ulteriori iniziative.
Banta è da parte sua attivo nell’informare l’ambiente politico dei potenziali problemi causati dagli EMP ma ad oggi è difficile trovare qualcuno che abbia una visione d’insieme nitida della situazione: “[quelli del] governo sono o fermamente convinti di posticipare la discussione del problema o completamente disinteressati[…]. Pensano che andiamo in giro con fogli di stagnola arrotolati intorno alla testa. Non è questo il caso. Non siamo persone con il cappello di carta stagnola; siamo estremamente pragmatici”.