Come sappiamo, il passaggio al Cloud negli anni sta diventando sempre più una realtà interessante e necessaria per tutti i tipi di operatori, siano essi pubblici o privati. È per questo che già gli ultimi governi hanno iniziato a spingere verso questa direzione dando obiettivi a stretto margine per il 2027 per una transizione di tutti i servizi pubblici verso il Cloud Nazionale.
Per passare però a tale tecnologia serve più che mai un’analisi sinottica a partire dal livello di infrastruttura, sicurezza, ecosistema strutturato e capitale umano. Per farlo corre in aiuto il report del MIT che prende in esame 78 paesi mondiali per comprendere il loro livello per ciò che riguarda i sistemi Cloud. Vediamo intanto, per comprendere i dati che verranno pubblicati successivamente, che per infrastruttura si intende il numero di data center sparsi per il paese preso in esame così come il numero di IP in rapporto alla popolazione. Sempre nei dati afferenti l’infrastruttura troviamo la velocità delle connessioni ed il livello della rete elettrica. Nel conteggio finale dell’indice dei paesi questi dati pesano al 15%.
Nel calcolo afferente al livello di sicurezza si tiene conto invece della libertà di stampa nel paese e delle policy nazionali di cybersecurity, dando loro un peso totale del 25%. Il termine ecosistema fa riferimento al livello di adozione e di apertura dei sistemi Cloud così come l’indotto generato dai servizi SaaS (Software-as-a-Service) ed il costo delle connessioni a banda larga. Il peso di questo fattore è del 35% e ciò lo rende quello più importante dell’indice finale.
L’ultimo fattore è quello del capitale umano, che considera la quantità e la qualità delle competenze delle persone coinvolte lavorativamente nel Cloud e di quelle che verranno formate in futuro. Questo indicatore, come quello della sicurezza, pesa al 25% sulla performance totale del paese.
Combinando questi quattro fattori si evince una classifica mondiale che attualmente vede al primo posto Singapore con un punteggio pari a 8.5, ciò è dovuto alle politiche del paese che hanno spinto in modo deciso verso il Cloud già dal 2018 per tutta la struttura pubblica. Dopo il paese asiatico si sono invece piazzati diversi paesi dell’Unione Europea, principalmente quelli del nord. Al secondo posto infatti si trova la Finlandia, anch’essa con uno score pari a 8.5, seguita da Svezia e Danimarca, rispettivamente con 8.4 e 8.3.
Scorrendo ancora la top 10 troviamo tutti paesi europei e tutti con un indice superiore a 8 a partire da Svizzera (8.3), Germania (8.1), Islanda (8.1) e Francia (8.1). Per capire il successo di questi paesi a noi così vicini bisogna vedere, per esempio, quello che ha fatto il Lussemburgo (decima posizione), che ha rafforzato i suoi sistemi finanziari utilizzando un’infrastruttura nazionale e potenziando anche i sistemi di cybersecurity.
Scendendo un po’ in classifica e guardando ai paesi tra l’undicesimo ed il trentesimo posto è possibile vedere come si inseriscano anche altri paesi asiatici ed americani che totalizzano un punteggio medio pari a 7.5. Tra essi ci sono curiosamente gli Stati Uniti, attualmente diciassettesimi nonostante si tratti di un paese da sempre all’avanguardia su tecnologie come il Cloud. Sempre in questa lista troviamo anche l’Italia, che arriva ventitreesima con un punteggio pari a 7.4. La Cina, nonostante l’altissimo livello di innovazione è solamente quarantesima, ed in questo calcolo pesano tantissimo le restrizioni alla libertà di stampa. Lo stesso discorso vale per la Russia (trentaseiesima posizione), che sicuramente utilizza tecnologie più che avanzate ma ha grossi problemi riguardanti la sicurezza e la mancanza di trasparenza dell’infrastruttura.
In generale, i posti in classifica sono più bassi in situazioni come quella cinese e russa si possono sempre attribuire a problemi relativi all’arretratezza o la quasi mancanza di infrastrutture per i servizi Cloud così come i contesti politici e sociali particolarmente traballanti. L’obiettivo per il nostro paese, adesso, è di aumentare la propria performance nonostante la posizione in classifica non sia del tutto negativa.