Le principali piattaforme cloud sono note probabilmente a tutti: Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure e Google Cloud Platform (GCP). I tre provider che le gestiscono detengono quasi il 50% delle quote di mercato. Nel post di oggi, ripreso dal blog di CloudAcademy, avremo modo di confrontare i big del settore per quanto riguarda i servizi di computing (istanze e relative risorse di calcolo), analisi dati, storage, network ed i prezzi di listino (pricing).
Presentazione sintetica dei provider
Nel 2006 Amazon lancia AWS (Amazon Web Services), la prima piattaforma cloud computing del mercato. A distanza di dieci anni AWS può vantare il 31% di market share (dati relativi al secondo trimestre 2016), 70 tipologie diverse di servizi e 14 regioni geografiche. Per l’anno fiscale 2016 diversi analisti si aspettano il superamento dei 10 miliardi di dollari in entrate.
Quattro anni dopo è il turno di Microsoft che lancia Windows Azure (il nome è cambiato successivamente in Microsoft Azure). La piattaforma di Redmond dispone di un ricco portfolio (67 servizi) e supporta numerosi linguaggi di programmazione e framework. Il numero di regioni geografiche è 30 mentre la quota di mercato è prossima all’11%. Per molti analisti Microsoft è una delle poche compagnie in grado di competere con Amazon.
Nel 2011 giunge infine il momento Google che lancia Cloud Platform (GCP), infrastruttura studiata per supportare originariamente YouTube ed il noto motore di ricerca. GCP dispone di 50 servizi e 6 data center a livello globale. Le quote di mercato di GPC sono stimate intorno al 5% del totale.
Computing
Il cloud mette a disposizione risorse su richiesta (on demand) a prezzi vantaggiosi. AWS offre 7 differenti famiglie di istanze per un totale di 38 tipologie tra le quali scegliere. EC2 (Elastic Compute Cloud) è considerato generalmente come uno standard della categoria. Azure propone invece Virtual Machines e Virtual Machine Scale Sets, 4 famiglie di istanze e 33 tipologie. Compute Engine è l’alternativa di GCP (4 famiglie di istanze e 18 tipologie differenti).
Per l’editorialista la piattaforma da preferire in questa categoria è AWS.
Analisi dei dati
Big Data e machine learning sono stati due dei principali trend IT nel 2016 (a livello enterprise) e avranno anche nel 2017 un ruolo di primaria importanza. In questo settore non tutti i provider si sono mossi con la dovuta celerità. AWS ha ad esempio presentato le proprie soluzioni machine learning (es: Rekognition) solo di recente (re:Invent 2016 anche se per analisi meno dettagliate disponeva già del servizio Quick Sight).Microsoft non dispone ancora di alcun servizio d’analisi dati in portfolio, un lacuna che sarà probabilmente colmata nei prossimi 12 mesi.
Google, grazie anche all’esperienza accumulata negli anni con l’omonimo motore di ricerca e non solo, è attualmente l’azienda con la più avanzata offerta di soluzioni di analisi, machine learning e Big Data ed è indubbiamente per l’editorialista la piattaforma di riferimento.
Storage
Lo spazio di archiviazione non è mai abbastanza ed i servizi inseribili in questa categoria vanno proprio a coprire le necessità delle aziende. AWS può vantare nel proprio portfolio un altro servizio considerabile come standard della categoria, Simple Storage Service (S3). Di conseguenza la documentazione, i casi di studio, gli webinar ed i tutorial online dedicati ad S3 abbondano in Rete. La possibilità di utilizzare S3 anche per l’object storage ed affiancarlo a Glacier rende nuovamente l’offerta AWS preferibile alla concorrenza che, pur disponendo di affidabili alternative, non è in grado di competere con Amazon.
Network
Un cloud network può rivelarsi sempre utile, osserva l’editorialista. Amazon offre alle aziende Route 53 (servizio web di DNS) e Virtual Private Cloud – consente di decidere la tipologia di rete, creare sottoreti etc. Azure dispone ugualmente di una robusta offerta private networking: Virtual Network (VNET) permette di impostare il VPN, avere un IP pubblico ed utilizzare firewall, DNS, cloud ibrido.
Google Cloud Platform si rivela in questo caso la piattaforma più limitata: Cloud Virtual Network supporta DNS, firewall, IP pubblico e sottoreti.
Il provider preferibile in questa categoria è nuovamente AWS perchè offre il servizio DNS più affidabile.
Prezzi di listino
Ultimo della lista ma non per importanza, l’aspetto legato al budget richiesto per utilizzare dei servizi. In questo caso non è possibile decretare un vincitore in quanto i prezzi variano in base ai casi di utilizzo del cliente ed ai modelli impiegati dalla piattaforma. E’ possibile tuttavia descrivere le caratteristiche di questi ultimi ad iniziare da AWS:
- Amazon utilizza tre modalità di pagamento. On demand (calcolo in base all’effettivo utilizzo delle risorse), reserve (il cliente riserva un quantitativo X di risorse da 1 a 3 anni pagando in base all’effettivo utilizzo), spot (la capacità di calcolo non utilizzata dalla piattaforma può essere sfruttata ad un prezzo vantaggioso). L’effettivo utilizzo è calcolato su base oraria.
- Azure calcola le tariffe di effettivo utilizzo per minuto. L’utilizzo frequente (nell’arco di 30 giorni) di una particolare istanza garantisce al cliente la possibilità di usufruire di sconti.
- I prezzi di GCP sono calcolati come quelli di Azure in base ai minuti di utilizzo (arrotondati a 10 minuti). Per i clienti che utilizzano di frequente i servizi Google sono previsti anche in questo caso degli sconti.