Business continuity: il caso dell’uragano “Harvey”

L'uragano Harvey sul monitor di una stazione meteorologica

L’uragano Harvey sul monitor di una stazione meteorologica

Tra gli eventi naturali che possono mettere a rischio la business continuity di un’azienda IT anche gli uragani, fenomeni atmosferici che si abbattano con estrema violenza sui territori colpiti.

L’uragano (declassato successivamente a tempesta tropicale) che ha investito il Texas nell’ultima settimana di agosto ha inevitabilmente attirato l’attenzione della stampa nazionale ed internazionale: oltre 47 vittime, strade allagate, migliaia di sfollati, danni per oltre 58 miliardi di dollari e la fuoriuscita di sostanze tossiche da un impianto chimico (il sistema di refrigerazione è stato sommerso ed ha cessato di funzionare).

Il portale The Whir ha raccolto la testimonianza di alcune aziende IT che si sono trovate ad affrontare improvvisamente una situazione d’emergenza. La Elevated Technologies è una di queste:

“Nessuno lo aveva previsto. Credo che nessuno avesse previsto il tipo d’inondazione che avrebbe colpito Houston. La città è praticamente sommersa ha commentato Jason Rorie, founder dell’azienda. Quando si è capito che Harvey non sarebbe stata la classica perturbazione di passaggio, i tecnici hanno immediatamente avviato le procedure per la messa in sicurezza dei dati dei clienti:

“Abbiano iniziato a parlarne mercoledì [23 agosto ndr] quando [i meteorologi hanno indicato le aree che sarebbero state probabilmente colpite]. Per prima cosa ci siamo accertati che tutti i backup offsite dei nostri clienti stessero funzionando normalmente. Noi utilizziamo Veeam e StorageCraft”.

Primo impatto con la tempesta

Harvey ha raggiunto la terraferma tra venerdì 25 e sabato 26 agosto: nonostante i meteorologi ne avessero constatato l’indebolimento, il che li ha convinti a classificarlo come “semplice” tempesta tropicale, il fenomeno atmosferico ha causato gravi danni. I centimetri di pioggia caduta registrati in alcune località sono stati circa 125, un valore che ha superato il precedente record del 1978 (Medina, 122 cm). I principiali fiumi e torrenti si sono rapidamente ingrossati e gli argini non hanno retto alla pressione dell’acqua che si è riversata su centri abitati ed aree circostanti:

“Gli allagamenti causano blackout e quando le batterie degli UPS (uninterruptible power supply) [si esauriscono] i tuoi server crashano, ecco quando cominciano i veri problemi” aggiunge Rorie. “Molti dei nostri clienti, anche quelli in edifici di un solo piano, [dispongono i propri server in postazioni sopraelevate]. Non ci aspettiamo che qualsiasi server sia [raggiunto dall’acqua]”.

La soluzione ideale sarebbe quella di spegnere i sistemi on premise ed attendere il passaggio della tempesta, prosegue il founder di Elevated Technologies. Per alcuni clienti restare offline anche solo per alcune ore è tuttavia inaccettabile:

“Hanno cercato di lavorare durante la tempesta” ha dichiarato Rorie in riferimento alla divisione texana di una compagnia che si occupa di gestire le prenotazioni di jet privati. “Comprendiamo quel che state cercando di fare per noi ma correremo il rischio. [Sfideremo la sorte] perchè vogliamo portare a termine quanto più lavoro possibile” ha affermato un rappresentante dell’azienda con sede a Dubai.

Gli stessi impiegati della Elevated Technologies hanno deciso di continuare a lavorare anche se da remoto: “Non posso nemmeno uscire dal mio quartiere. Sto parlando con voi [riferito al giornalista che lo ha intervistato ndr] dal mio garage mentre guardo il livello dell’acqua salire nel vialetto di casa” ha affermato Rorie.

Secondo alcuni esperti il 40% delle piccole imprese colpite dalla tempesta non riuscirà a riprendersi e dovrà chiudere i battenti, una prospettiva sicuramente disastrosa per l’economia locale. I timori di Jason, come evidenzia in chiusura The Whir, sono principalmente due: quanto durerà ancora la perturbazione e quale sarà l’esatta gravità dei danni provocati?

“[La probabilità che hai danni già causati dalla tempesta se ne aggiungano di ulteriori è alta]. Fin quando le inondanzioni non cesseranno ed i clienti torneranno [in ufficio, non potremo accertare la gravità dei danni. La mia paura più grande è che ci siano ulteriori danni; […] quando torneremo operativi saremo sommersi di lavoro]” ha concluso Rorie.

Fonti: 1, 2