BPG, il nuovo formato grafico, migliore del JPEG

Il JPEG è il migliore formato compresso di immagine esistente? La risposta è no e a dimostrarlo è l’avvento del formato BPG (Better Portable Graphics) che mira a mandare il pensione il formato immagine nato nel 1994.

I lettori più attenti e gli appassionati di fotografia digitale penseranno che il BPG sia l’ennesimo tentativo di migliorare il formato JPEG che, nel tempo, ha subito importanti e profonde modifiche all’algoritmo per renderlo man a mano più adatto a supportare la qualità sempre più elevata delle immagini catturate con i nuovi dispositivi.

A seguire, si sono proposti come formati alternativi il JPEG2000, il JPEGXR, il WebP e molti altri, che però non sono riusciti a spodestare il JPEG dalla sua posizione di predominio. L’obiettivo di tutti questi formati alternativi è semplice: dimezzare il peso delle immagini ad alta risoluzione, rendendo però giustizia alla gamma dinamica dei colori e alla qualità delle immagini di partenza. Il tutto per fare in modo che il Web corra sempre più veloce e i supporti di storage non si riempiano subito in modo inesorabile.

La promessa del BPG non è tanto differente. Il formato che si propone come futuro sostituito del JPEG è frutto del lavoro del programmatore francese Fabrice Bellard, già noto al popolo del Web per il programma di emulazione Qemu e il software di conversione audio/video FFMPEG.

Le origini del nuovo formato BPG

Bellard ha sviluppato il nuovo formato BPG a partire dalla libreria open source del codec video H.265, a cui ci si riferisce spesso anche con il nome di HEVC o High Efficency Video Coding. Si tratta di un codec pensato per la compressione audio/video, che però Bellard ha riadattato per la compressione delle immagini. Partendo da questo codec, il programmatore francese è riuscito a portare a 14 il numero di bit per ogni canale colore (dagli 8 bit previsti dal formato JPEG), aggiungendo anche il supporto alle trasparenze (canale alpha, assente nel JPEG) e l’opzione loseless per risultati senza compressione.

I risultati di questo nuovo formato possono essere saggiati su un sito specifico che consente di mettere a confronto la qualità dei diversi formati con il BPG, scegliendo anche il livello di compressione desiderato.

BPG, il nuovo formato grafico, migliore del JPEG

Il confronto è interessante e mostra effettivamente come il BPG riesca a garantire un livello qualitativo molto più elevato rispetto al JPEG, con dimensioni simili se non addirittura inferiori al formato presente sul Web dal 1994.

Verrebbe quindi da chiedersi dove stia dunque il problema e cosa manchi per la diffusione del nuovo formato BPG. La risposta è semplice: manca il supporto!

Per ora non c’è un software o un dispositivo che supporti in modo nativo il BPG e la stessa visualizzazione su browser avviene solo perché Bellard ha sviluppato un decoder Javascript che permette ai siti Web di visualizzare le immagini in formato BPG.

E un formato come il BPG (e come le altre alternative al JPEG citate all’inizio) non possono sostituire un formato diffusissimo come il JPEG se non ricevono supporto da dispositivi e software molto diffusi. Per assurdo, basterebbe che browser come Chrome o applicativi come Photoshop introducessero la compatibilità con il BPG per decretarne il successo.