Fin dalla sua entrata in scena, la tecnologia Blockchain ha convogliato un grande interesse in tutto il mercato tecnologico mondiale ed in un numero di settori sempre più ampio, crescendo di anno in anno.
Dando uno sguardo ai dati forniti dall’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger del Politecnico di Milano, si può vedere come i progetti basati su tecnologia Blockchain siano aumentati a dismisura su scala mondiale dal 2016 ad oggi. Se inizialmente si potevano contare 68 progetti, già dall’anno seguente questi sono raddoppiati arrivando a 177. Nel biennio 2018-2019 il dato è salito ancora, toccando prima quota 312 e, nell’ultimo anno, 488.
Si deve però operare un distinguo, come ha saggiamente sottolineato l’Osservatorio dividendo i dati generali in due sottotipi: i progetti implementativi e gli annunci. Se i primi sono le vere e proprie messe in opera di sistemi basati su tecnologia Blockchain, i secondi sono soltanto dichiarazioni della volontà di implementarli.
Facendo questa separazione, si può vedere come, anno per anno, il numero di annunci superi di gran lunga quello delle vere e proprie messe in atto. Il 2016 è stato l’unico anno nel quale i progetti implementativi (40) hanno superato gli annunci (28), negli altri anni invece il dato si è rovesciato del tutto. Nel 2017 i progetti sono stati 67 a fronte di 110 annunci, mentre nel 2018 vediamo 110 progetti contro 202 annunci. Lo scorso anno (2019), infine, sono stati registrati 158 progetti a fronte di 330 annunci. Su questi 158 progetti, però, soltanto 47 sono effettivamente operativi, mentre gli altri sono ancora in cantiere.
Tutto questo fa notare che fin da subito si è mantenuto un profilo molto basso ed una certa attenzione rispetto a come muoversi su questo mercato, con aziende che si sono certamente interessate muovendo soltanto qualche piccolo passo preventivo.
Per quel che riguarda gli ambiti di applicazione il quadro della situazione mondiale appare un po’ più chiaro. I settori che più si sono avvicinati sono stati la finanza (42%), le Pubbliche Amministrazioni (18%), il settore Agricolo (10%) ed il trasporto merci (7%). Dal punto di vista dei processi, la tecnologia Blockchain viene impiegata per la gestione dei pagamenti (28%), per la gestione documentale (27%) e per la gestione delle filiere produttive (20%).
Sempre riguardo ai progetti implementativi, risulta molto interessante notare che, tra coloro che li hanno portati avanti, il 65% ha scelto di creare nuove piattaforme, mentre il 35% ha utilizzato quelle già esistenti.
La situazione in Italia
L’Osservatorio poi si è focalizzato sulla situazione italiana degli investimenti nel mercato Blockchain, arrivando a concludere che i progetti in corso sono aumentati dal 2018 al 2019 in modo importante seppur contenuto nelle cifre reali.
Se si pensa che gli euro investiti sono raddoppiati passando da 15 a 30 milioni, si intravede che il settore è in espansione, è anche vero però che solo il 40% delle aziende italiane è a conoscenza delle potenzialità delle piattaforme Blockchain. Dividendo il dato tra grandi imprese e PMI, però, si può notare che, rispettivamente, solo il 37% ed il 20% di queste realtà comprende funzionamento ed efficacia dei registri distribuiti.
Le grandi aziende del nostro territorio che hanno deciso di avviare progetti sono meno del 2%, mentre la percentuale delle Piccole e Medie Imprese non raggiunge quota 1%, segno che il campo è stato solo preparato ed il vero boom deve ancora arrivare. La buona notizia è che l’Italia è seconda in Europa, superata soltanto dalla Gran Bretagna.
Non è finita qui. Di tutte le aziende che hanno dichiarato di aver intavolato progetti Blockchain, solo il 45% ha iniziato a mettere in pratica lo sviluppo di vere e proprie piattaforme, mentre il 55% non ha ancora avviato nulla. L’inchiesta dell’Osservatorio ha anche chiesto a coloro che non hanno iniziato a sviluppare le proprie piattaforme quali sono stati i limiti riscontrati. Le risposte sono state principalmente tre: l’incapacità di percepire i reali benefici della Blockchain, la grande difficoltà di sviluppo delle competenze in materia e, ultimo ma non meno importante, la difficoltà nel dedicare risorse ai progetti.
Tra i benefici maggiori percepiti da chi invece utilizza questa tecnologia si annoverano principalmente il miglioramento dei rapporti negli affari, l’enorme abbassamento del rischio di scorrettezze e la maggiore armonia tra i dati reali e le conseguenti transazioni economiche.