Banda Ultralarga: l’Italia a che punto è?

fibra ottica

La strategia Europa2020, che mira alla crescita dell’Unione in vari ambiti come l’occupazione, la ricerca e la riduzione della povertà, si articola in vari punti chiave e fra essi c’è l’Agenda Digitale Europea. All’interno di questa agenda, che mira all’innovazione tecnologica di tutta l’unione entro il 2020, viene data particolare importanza all’implementazione della Banda Ultralarga (BUL).

La BUL consentirebbe, secondo la UE, di migliorare l’accessibilità alla rete per un numero di utenti sempre maggiore, alfabetizzandoli ulteriormente riguardo alle reti e al mondo digitale, creando inclusione e quindi progresso.

La strategia Europa2020, avviata quasi dieci anni fa (2010), non ha però ancora trovato un compimento totale nel nostro paese, nel quale il passaggio dal rame alla fibra ottica, ovvero la condizione di base per avere la BUL, si sta rivelando più difficoltoso del previsto.

La situazione in Italia

I lavori per la messa in posa della fibra ottica nel nostro paese sono iniziati nel 2015 e l’obiettivo stabilito era quello di arrivare al 2020 con tutto il territorio nazionale coperto da una connettività di almeno 30 Mbps e l’85% coperto da connessione uguale o superiore ai 100 Mbps. Questi lavori infrastrutturali sono finanziati da Infratel (una società in-house parte del Ministero dello Sviluppo Economico, MISE). Nel report pubblicato all’inizio dello scorso luglio, la stessa Infratel ha fatto sapere di aver finanziato finora oltre 4000 interventi in tutta Italia e nel sito creato appositamente per il progetto BUL è possibile verificare comune per comune lo stato dell’arte dei lavori.

La situazione, però, non è delle più rosee. Nell’analisi del MISE, il territorio nazionale è stato suddiviso formalmente in aree (bianche, grigie e nere) indicanti la presenza o meno di uno o più operatori del servizio BUL: la distribuzione delle aree mostra ancora evidenti lacune di copertura.

Le cosiddette aree bianche sono quelle zone in cui non esiste ancora nessun tipo di servizio di BUL, nelle quali dunque è necessario anche un intervento pubblico per poter iniziare a mettere in posa la fibra.

Le aree grigie, invece, sono quelle in cui esiste la BUL ma con un unico operatore disponibile.

Infine, le aree nere sono quelle nelle quali sono già presenti due o più operatori di rete BUL.

Nella stesura degli obiettivi del piano BUL del 2016, le aree bianche individuate includevano il 26% delle unità immobiliari ed il 24,6% della popolazione.

Dagli stessi report pubblicati da Infratel risulta che, rispetto a quanto prospettato, nell’anno 2018 solo il 78% delle aree “promesse” è stato coperto. E questo per quanto riguarda le aree che non richiedono finanziamenti pubblici per creare i presupposti di una linea a BUL. Questo significa che alcune aree bianche sono destinate a restare tali per ancora più tempo, posticipando di fatto la data nella quale terminerà la completa transizione alla BUL nel nostro paese.

Nel 2017, Infratel aveva consultato tutti gli operatori per avere un piano completo di tutti i lavori e delle relative scadenze. All’inizio dello scorso anno, poi, ha iniziato a controllare zona per zona se questi risultati fossero stati raggiunti o meno arrivando alla conclusione che manca all’appello il 18% della copertura pattuita, questo ha innescato la richiesta di un rinnovo degli accordi, fatta ai vecchi operatori ed a quelli che si sono aggiunti dopo il 2017.

Dalle mappe presenti sul sito dedicato bandaultralarga.italia.it è possibile avere un quadro più generale, oltre a prendere visione delle proiezioni nazionali e regionali anno per anno.

Inoltre, è possibile verificare in tempo reale sul sito ufficiale, se un indirizzo specifico (fino al numero civico) sia già coperto da BUL.

mappa Banda ultralarga

Mappa della copertura prevista per il 2019

In virtù di questi dati, si può immaginare che per poter arrivare ad avere poco meno del 100% dei numeri civici coperti da rete in fibra ottica sarà necessario attendere un anno in più rispetto a quanto pianificato.

 

Fonte: 1, 2, 3, 4