Australia, il cloud computing pubblico conquista la PA

Le agenzie governative australiane dovranno affidarsi al cloud computing tutte le volte possibili, in nome del risparmio IT e di un taglio alla burocrazia

Sapevi che al governo australiano è bastato un documento di sole 14 pagine, per avviare l’adozione generale del cloud computing a livello della pubbliche amministrazioni nazionali?

Il governo federale australiano ha infatti rilasciato il programma di adozione del cloud computing per la pubblica amministrazione, secondo cui le agenzie ed enti dovranno affidarsi alla nuvola ogni qual volta sia possibile, ossia “in tutti quei casi in cui il cloud si dimostra adatto allo scopo, sufficientemente sicuro per proteggere i dati pubblici e in grado di produrre un risparmio per le casse dello Stato”.Australia, il cloud computing pubblico conquista la PA

Questa iniziativa sembra imitare quanto già fatto dal governo londinese e dagli USA, paesi in cui l’adozione del cloud computing a livello di PA è iniziata già da qualche anno, ed esattamente a partire dal 2011.

Conscio dello scarso successo avuto nei paesi oltreoceano (pensa che secondo una ricerca Accenture, circa il 70 percento delle agenzie governative americane ha ancora difficoltà a far partire progetti di cloud computing), il governo australiano non solo ha stanziato un budget teso a diminuire la spesa statale di oltre 6 miliardi di dollari australiani in IT, ma è pronta a guidare ogni singola agenzia territoriale, dimostrando con l’esempio i benefici degli investimenti e dell’utilizzo del cloud.

Secondo Cranberra, i 6.3 milioni di dollari austrialiani spesi nei servizi Data Center as a Service e di cloud computing, a fronte della spesa IT globale di oltre 6 miliardi di dollari, dimostrerebbero la scarsa adozione del cloud computing da parte delle agenzie governative, probabilmente dovuta ai timori legati al trasferimento dei dati governativi fuori dai confini.

Cloud computing significa semplificare e risparmiare

Il governo australiano ha così deciso di semplificare alle agenzie le procedure per muovere i dati verso i fornitori di cloud computing fuori confine.

Infatti, devi sapere che la policy precedente richiedeva l’approvazione di almeno due ministeri per il trasferimento dati verso il cloud. Questo obbligo adesso è stato rimosso e la nuova policy lascia direttamente ai direttori dei vari dipartimenti governativi la decisione di approvare il trasferimento di alcuni dati verso infrastrutture di cloud computing pubbliche anche straniere, ossia verso data center che hanno sede fuori dai confini australiani.

Questa semplificazione mostrerebbe la volontà dell’Australia di adottare soluzioni di cloud computing pubblico per questioni di budget e per migliorare l’efficienza dei servizi offerti.

A dimostrare questa efficienza e il conseguente risparmio sarebbero anche casi di successo locali, come quanto avvenuto presso l’amministrazione locale del Queensland. Lo stato del Queensland, infatti, in anticipo sui budget messi a disposizione dal governo australiano per l’anno 2014-2015, ha avviato un proprio progetto di cloud computing, attivando un servizio di posta elettronica basato sulla nuvola. I risultati sono incoraggianti ed è stato stimato che i contribuenti risparmieranno circa 13.7 milioni di dollari nel corso dei prossimi tre anni grazie ai tagli che si realizzano in seno alle spese IT.

Questa iniziativa rappresenta un’opportunità di crescita tanto per i provider australiani, quanto per i provider di cloud computing stranieri, compresi quelli italiani come Hosting Solutions, che fa della propria offerta di cloud computing pubblico un motivo di vanto, grazie a un’infrastruttura affidabile, ridondata e sicura e per questo adatta anche agli usi governativi.