Il cloud computing è sempre più popolare e la situazione resterà invariata per diverso tempo: è quello che ribadiscono periodicamente le agenzie specializzate in ricerche di mercato (Gartner, 451 Research) ed anche noti brand dell’industria (il rapporto Cisco in un precedente post di InternetPost).
Le imprese che si trovano d’innanzi alla delicata scelta di affidarsi o meno alla nuvola ed individuare la strategià più adatta, sono frenate a volte da una serie di preoccupazioni inerenti proprio questa “importante” decisione.
Nel corso degli anni determinati timori delle aziende nei confronti del cloud sono mutati o hanno assunto maggiore/minore rilevanza mano a mano che la tecnologia maturava e l’industria ne constatava le reali potenzialità. Gli analisti di Corpinfo, in relazione all’anno che avremo modo di “accogliere” tra alcuni giorni, hanno individuato nella carenza di risorse/esperienza, nella sicurezza e nel controllo dei costi i tre principali freni all’adozione del cloud computing. Osserviamoli più da vicino nei paragrafi successivi.
Carenza di risorse e/o esperienza
Nonostante il clamore suscitato nel 2016 da alcuni attacchi informatici, in primis quello al DNS Dyn, in cima alla lista delle preoccupazioni aziendali troviamo la carenza di risorse ed esperienza del personale in materia di cloud computing. Gli analisti indicano nella scarsa attenzione alla formazione dei dipendenti (corsi ad hoc), nel ricorso a cloud provider multipli ed a soluzioni cloud ibrido le principali cause del problema evidenziato.
Favorire lo sviluppo delle cosiddette cloud skill non è facile come sembra: gli analisti affermano che adeguati corsi di preparazione sono ardui da trovare e l’assenza di numerosi standard e certificazioni per determinate “conoscenze” rende ulteriormente complesso capire se un dipendente necessiti o meno di “approfondire” il proprio curriculum.
A ciò si affianca la vasta, quasi soverchiante, offerta di servizi e provider che affollano la rete, ognuno dei quali adotta una specifica terminologia e si caratterizza per distinti punti di forza e debolezze. Se aggiungiamo infine all’equazione la variante del cloud ibrido, strategia a breve/medio termine sempre più popolare tra le grandi imprese, è chiaro come individuare i servizi più adatti alle esigenze aziendali e di business sia un compito molto delicato. La soluzione per superare l’empasse è proprio quella di puntare sulla formazione dei dipendenti per agevolare il processo di selezione dei servizi cloud e favorire un uso più efficiente dei servizi.
Sicurezza
Un argomento caro tanto a piccole quanto a grandi imprese. I cloud provider offrono in realtà un elevato livello di sicurezza ai proprio clienti appoggiandosi ad avanzati sistemi di protezione, occupandosi di task onerose come monitore e bloccare il traffico indesiderato e l’accesso alle macchine in cui sono custoditi dati sensibili, aggiornare automaticamente tutti i sistemi in modo che siano pronti a fronteggiare le minacce che quotidianamente giungono dal web – l’infinita lotta tra esperti di sicurezza ed hacker della quale abbiamo parlato più volte.
L’elevato livello di protezione è anche dimostrato dal grande successo che il cloud sta attenendo tra le grandi compagnie, banche incluse, soggetti che per ovvii motivi adottano ed esigono garanzie e policy molto rigide. Se il controllo del perimetro è affidato al cloud provider, ciò non significa abbassare la guardia on premise. Diverse problematiche di sicurezza hanno origine proprio da sviste e inadeguate policy interne – quindi al di là della giurisdizione del provider (es: un device aziendale “bucato” utilizzato come cavallo di Troia per accedere al cloud, SQL injection, cross site scripting etc.).
Controllo dei costi
Gli analisti di Corpinfo la collocano al terzo posto ma ne osservano la rapida ascesa, tanto da ipotizzarne sul medio termine un balzo tra le posizioni più alte della classifica. Che il cloud pubblico offra innumerevoli vantaggi alle imprese, inclusi proverbiali riduzioni dei costi di gestione infrastrutturali etc., è un dato di fatto; ma come abbiamo detto in passato, un’errata strategia cloud può però trasformare rapidamente la nuvola in un serio problema per le i bilanci aziendali.
E’ interessante notare come i costi derivanti dall’impiego di servizi cloud, non si tratta infatti di una strategia a costo zero, possano essere tenuti sotto controllo grazie a personale qualificato ed efficaci policy di sicurezza, elementi emersi nei due punti precedenti che pongono il monitoraggio delle spese in stretta correlazione con la formazione dei dipendenti e la sicurezza.